quanto tempo è passato dall'ultimo post, avevo ancora il cappotto.
sono stata al salone internazionale del patchwork a Sitges, stupendo, ci torno. Non era la solita fiera chiusa in cemento: tre tendoni lunghissimi direttamente sul mare, non si pagava il biglietto, entravi ed uscivi quando volevi. Dalla mia stanza d'albergo vedevo il mare. Purtroppo mi è tornato il dolore alle gambe, ho comunque camminato tantissimo: ho fatto una fatica che non vi potete immaginare, girare una fiera così grande ed avere tre giorni di tempo. Credi di fare con calma ma sei senza fiato per tutte le cose belle che vedi. L'ho girata e rigirata fino allo sfinimento, non volevo perdermi niente. Finalmente ho conosciuto il patchwork spagnolo e ne vado pazza. Gli americani e gli inglesi sono serissimi. Nei miei primi lavori cercavo di seguire loro. Ora mi sono stufata, sono di ottimo umore ed ho voglia di giocare con le stoffe come fanno loro.
Vi faccio vedere qualche pattern che ho preso:
LA CABANA DE PUSY, due pazze che non vendono stoffe ma bottoni stratosferici, kit per farsi le stringhe delle all star, jeans conciati da lavorare come vuoi (preso un paio), di tutto. Le avevo già viste a Nantes ma non le avevo dato il giusto peso, forse perché il loro stand era impossibile da raggiungere.
GIBI PATCH
FANTASTICHE!!!!!!!!!!!!!!!!
sto già mettendo via le stoffine dei colori adatti per farlo, sembra un lavoro semplice di applique, non lo è per niente, anzi è un gran casino. Ho già preso a Milano il fondo nero con dei pois poco accentuati. Verrà il suo tempo. Lo trovo stupendo. In questo stand ho preso altri schemi: un bambino ed una bambina sulla vespa, bambine con le facce da matte, cose che in Italia non ti sogni nemmeno.
Ed ecco il vero capolavoro che mi terrà impegnata per parecchi mesi mentre, naturalmente ed inevitabilmente, avrò altri WIP.
hey, sia chiaro che quella nella foto non sono io!
di "Bates Iflores", bravissime. I gilet da scegliere erano tre: le case grandi, le case piccole e le birdhouses.
ho preso i primi due schemi, non ho le foto di quello con le case piccole. C'è molto ricamo, tantissimo, guardate l'albero qui sopra, ci vorranno almeno due giorni o forse di più. Quindi farò due gilet, ho già le stoffine. Quello con le casi grandi e con il fondo nero ma non come quello della foto, ho scelto un nero shabbato, con il prato verde, più bello di questo. Per quello con le case piccole, il mio preferito ho scelto un azzurro a pois per la parte del prato, un tessuto francese, ed un blu non scuro, bellissimo, non ho voglia di fare la foto adesso. Per il gilet azzurro ho già le stoffine:
ecco, la barchetta blu sopra tutte le altre, il fondo del gilet.
Ma ho anche le stoffine per il gilet nero:
Comunque, i gilet sono già stati confezionati/imbastiti da Nerina, la sarta di Venezia, ed io posso cominciare a lavorarli. Ho preso anche la stoffa per l'interno, voi non sapete che sballo siano.
Quando ho tempo vi faccio le foto.
Ecco ora veniamo ad un lavoro che ho finito.
Premetto: fatemi fare una coperta ma non il cucito creativo e soprattutto non fatemi cucire a mano le cerniere.
Appunto: una borsa porta lavoro di Stefania della Bottega della Fantasia che non fa patch, ma solo cucito creativo: IL MIO ODIO: quindi lo faccio.
Sono nel gruppo della Stefy da due anni e non le abbandonerò mai, o cazzo, cosa ho detto. Porterà sfiga? Sto così bene con lei, con la Rachel e con la Claudia e con la Sara, Questo è un progetto della Stefy che è troppo brava, bella, tutto. A volte la chiamiamo la Suprema, ma poi pensiamo alla suprema di pollo. Ma a me il pollo in gelatina piace e non so cosa sia la suprema di pollo. Un pomeriggio alla settimana vado a fare laboratorio dalla Suprema: si lavora insieme ad altre persone, mi piace molto.
E poi questa sfida del cucito creativo contro il patch.... sono l'ultima della classe. Non mi è mai capitato nella vita, sapete che a scuola dalle Orsoline ero quasi la prima della classe senza volerlo, ma comunque mi salvava l'otto in condotta. Dalle suore è un disastro, uno vergogna. E perché? Perché avevo spesso attacchi di ridarola e mi buttavano fuori dalla classe. A casa era un disastro con mio padre malato. Non si poteva parlare, menomale che c'era Jacopo.
questo bottone è della Cabana de Pusy
qui manca il bottone albero vicino alla casa, con calma. Mancano tutte le filzette sulle taschine.
Vi dico la verità, questo lavoro è stato un vero incubo.
Devo ancora mangiare ma vorrei farvi vedere un mistery quilt che ho scoperto in ritardo su FB. Questo l'ho scoperto dopo il viaggio a Sitges e me ne sono innamorata a prima vista: il garbo del disegno, pochi oggetti. Quello che qui veramente importa è la scelta dei colori: non ho MAI fatto un quiltarello con la gioia che mi sta dando questo.
Un blocco al mese, sono in ritardo. Laura pubblica due blocchi al mese. Sono arrivata quando maggio e giugno erano già stati fatti.
Domani pubblico febbraio, mi manca marzo, gli altri li ho fatti, manca il bello: cucire a macchina tutte le applicazioni e fare i ricami.
Per ora, questo è quanto:
gennaio
aprile
maggio
giugno
C'è un magnifico gioco di onde nei tessuti di sfondo, i colori tenui dei tessuti. Per gli applique sto usando degli stampati della Lecien che ho preso dalla Roberta de Marchi, ne ho preso un metro di ogni colore, tutti. Comunque li sto mischiando agli americani. Ma vedrete febbraio.....
I miei due sfondi li ho presi anni fa in un negozio di patch che stava chiudendo, un vero peccato perché in Italia siamo messi abbastanza male. Ero da amiche vicino ad Udine dalle quali avevo passato il natale. Tornavo a casa il 27, il treno era tardi e prima siamo passate in questo negozio in provincia che svendeva tutto. Bellissimo negozio: già allora vendeva Lecien. Aveva due barchette con ancora un sacco di tessuto: 6/7 metri e le svendeva. Ho preso tutto.
Quando trovi un tessuto di particolare bellezza, se puoi, compralo e non avere fretta, prima o poi troverà il suo posto. Così è successo dopo anni con questo quiltarello, sembrano fatti apposta: la delicatezza, la raffinatezza dei giapponesi è impagabile.
Vi abbraccio con affetto, prometto di farmi viva più spesso perché ogni giorno produco qualcosa.
vostra
Francesca